Manicure e pedicure: quali sono le migliori tecniche, evolutesi nel corso del tempo?
La manicure e la pedicure sono tecniche nate per fini sia estetici che curativi. I Babilonesi, gli Egizi, i Greci e i Romani sono stati i precursori di questi trattamenti.
In Babilonia, infatti, sono stati ritrovati i primi set di manicure, interamente in oro, utilizzati dalle donne. Si hanno testimonianze, attraverso Cleopatra e Nefertiti, del fatto che gli Egizi utilizzassero l’henné rosso, bordeaux e arancione per dare colore a unghie, corpo e labbra.
In Cina, invece, attraverso miscele di cera, albumi, marmellata araba e petali di fiori, le signore dipingevano mani e piedi e ciò determinava anche il ceto sociale. Sempre in Cina, e successivamente in India, si dava molta importanza alla pedicure, legata alla podologia e alla riflessologia, in quanto, attraverso la pressione delle dita, venivano influenzati i campi energetici dell’organismo con un massaggio di microstimolazione puntiforme.
La manicure è diventata sempre più importante per la cura di problematiche come l’onicofagia. A tal proposito, il dentista Maxwell nel 1934 miscelò prodotti utilizzati in campo odontoiatrico e creò un materiale acrilico per evitare che le pazienti si rosicchiassero le unghie.
Negli anni ’50 figure di spicco come Marilyn Monroe portavano unghie rosse lunghissime, a differenza di ciò che accadde dieci anni dopo quando, con l’emancipazione femminile, le donne portavano unghie colorate ma corte per comodità lavorative.
Nei primi anni ‘90 nacquero le mode della “trench manicure” e della “moon manicure” consistenti nel colorare solo la parte finale dell’unghia, creando una mezzaluna.
Nel mondo odierno i canoni della manicure della pedicure sono migliorati grazie alle tecniche russe, come la “dry manicure/pedicure” e le diverse e molteplici forme di ricostruzione (a mandorla russa, gotica, ibrida e moderna).
Tante sono le tendenze di oggi, utilizzate sia da donne che da uomini, poiché si dà sempre più importanza alla cura della persona e all’aspetto esteriore.
di GIULIA SCISCIOLI, GIUSTINA BERARDINO E ANTONELLA DI SAPIO